Management scolastico e valutazione del Dirigente

Alla scuola è rivolta sempre più una domanda di qualità, una richiesta di erogazione di un servizio formativo adeguato alle esigenze di una società sempre più complessa, nella quale la conoscenza è diventata una chiave di accesso indispensabile. Fino agli anni Novanta sembrava che il paradigma fondamentale su cui la scuola e l’università avevano fondato la loro identità fosse quello di istituzioni che forniscono istruzione. Oggi si è ormai consapevoli che il paradigma della “scuola che fornisce istruzione” deve lasciare il campo a quello nuovo della “scuola che produce apprendimento”, o meglio “competenze”. La missione della scuola, come affermano R.B. Barr e J. Tagg (1995), è “produrre apprendimento per ciascun allievo con qualsiasi strumento che permetta di ottenere i migliori risultati a tale proposito”. Per diventare palestra dell’apprendimento, la scuola si impegna a superare un modello di funzionamento imperniato sulla trasmissione dei saperi per orientarsi verso un nuovo modo di essere, secondo cui diventa prioritario educare gli allievi alla capacità di decisione e di scelta. Si tratta di superare la cultura del sapere, misurabile in termini di quantità e vastità dei contenuti da possedere, in favore della cultura della competenza, che non pretende di negare il sapere, ma vuole calarlo in un apprendimento concepito come crescita dell’essere, della persona in tutte le sue dimensioni. Le azioni dei professionisti della scuola, in tal senso, concorrono al conseguimento del successo formativo degli allievi rendendo il loro “luogo di apprendistato di vita”, direbbe J. Dewey, strategico per quella mediazione culturale che, garantendo l’accesso alla cultura in termini di regolarità, sistematicità ed intenzionalità, permette agli studenti di integrare la propria offerta di saperi formali con quelli non formali. La rigida definizione dei compiti dei professionisti, però, non è più adeguata all’interno delle organizzazioni, modificate continuamente da fattori economici, sociali e culturali. Clicca sul link sottostante e scarica l'estratto per continuare la lettura
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